“La formazione sta cambiando: oggi le imprese partecipano fin dall’inizio
alla formulazione dei piani formativi, sottolineando le loro esigenze e le
nuove competenze utili in azienda", esordisce così Federica Catani, direttore
della Scuola Nazionale Trasporti e Logistica di La Spezia.
Federica Catani
Nel nostro paese la formazione non ha trascorsi molto positivi. possiamo dire, penso, che abbia inciso davvero poco sullo scenario del lavoro. Com’è la situazione attuale?
Sicuramente, nel settore stiamo vivendo un profondo cambiamento rispetto
al passato. C’è un elemento che segna tale diversità in maniera determinante:
il comportamento delle imprese. Dieci anni fa, ad esempio, in generale, la
formazione lavorava su un modello autoreferenziale, fine a se stesso. Poi, alla
fine di tale percorso, avveniva l’incontro con le imprese che valutavano il
personale uscito da questo tipo di formazione. Oggi, non è più così: le
imprese sono coinvolte fin dall’inizio nei processi formativi. Le faccio
l’esempio della nostra Scuola. Noi abbiamo due target: le imprese e i
lavoratori, che poniamo nei nostri vari e mirati progetti formativi sullo stesso
livello, cercando di soddisfare contemporaneamente le loro esigenze. Possiamo
dire che l’impresa ha riscoperto il valore funzionale della formazione. Questo
è avvenuto, e sta sempre più avvenendo, sotto la spinta della necessità di
trovare nuove competenze. I mercati su cui si confrontano le imprese stanno
rapidamente mutando sotto tutti gli aspetti, da quello normativo a quello
tecnologico, e mutano anche gli scenari internazionali. Non serve più, come
dicevo in precedenza, una formazione fine a se stessa, auto-referenziale.
Serve una formazione che permetta l’inserimento dei lavoratori all’interno
delle imprese nei ruoli che servono. Per ottenerla, le imprese devono essere
costantemente presenti, segnalando le loro esigenze fin dall’inizio del
percorso formativo. Questo oggi si sta realizzando. Lo constatiamo,
costantemente, nel nostro lavoro.
Ciò significa per la formazione confrontarsi anche su terreni inesplorati, “disegnare" nuove competenze, nuove funzioni?
La faccio un esempio: un’azienda aveva bisogno di un manutentore
portuale, una figura professionale nuova, e ci ha chiesto di formarla. Cosa
che abbiamo fatto a dimostrazione di come oggi sia stretta la collaborazione
tra impresa e centro di formazione e come sia assolutamente necessaria la
collaborazione impresa-formazione per creare nuove competenze. La Scuola,
inoltre, lavora su modelli formativi che sono modulati, come dicevo, sulle
esigenze delle imprese. Modelli che non sono focalizzati su una o qualche
specifica competenza o figura professionale, ma vengono calibrati su tutta la
filiera delle professioni richieste dalle imprese del settore e anche, in una
visione anticipatrice, sulle figure professionali emergenti.
Come rispondono i giovani al richiamo della logistica?
Parto da una premessa: i giovani vanno motivati, vanno coinvolti emotivamente. Devono credere in quello che fanno, nella strada che intraprendono. Bisogna aiutarli in questo percorso, anche elaborando soluzioni meno standardizzate e più stimolanti. La logistica, penso, ad esempio, a quella che si esercita in ambito portuale, si presta bene sotto questo aspetto, in quanto permette un’occupazione diversificata a diversi livelli, da quello operativo in un terminal portuale a quello tecnico a quello di ufficio nel settore delle spedizioni, del trasporto o della dogana, fino ad arrivare all’occupazione nel settore ferroviario, che è un punto di forza della nostra Scuola, o a mansioni gestionali. Noi, verso i giovani, cerchiamo di fare un’opera di sensibilizzazione, di orientamento, spiegando loro cosa è il settore logistico e cosa può offrire. Un lavoro che svolgiamo, visti i risultati, con successo.
Mi scusi se ritorno un passo indietro. lei ha sottolineato più volte la nuova collaborazione formazione-impresa. qual è in realtà il supporto delle imprese?
Noi progettiamo, ribadisco, tutti i percorsi formativi in stretto
contatto con le aziende. Li orientiamo sulle figure professionali che vengono
richieste e le imprese partecipano attivamente al loro svolgimento sia con
lezioni sia con stage sia con esperienze dirette dei giovani in ambito
lavorativo sia con impegni di assunzione. Appunto, una collaborazione molto
stretta e non potrebbe essere altrimenti se si vogliono ottenere risultati e
portare i giovani a conquistare un posto di lavoro e contemporaneamente venire
incontro alle nuove necessità dell’impresa. La formazione, infine, delle
persone assunte sarà completata in azienda. Questo perché la formazione deve
essere continua. Ciò è anche dimostrato dal fatto che le imprese ci affidano
spesso anche l’aggiornamento dei propri dipendenti.
La vostra scuola è diventata socia di Fermerci. Un passo fatto seguendo la logica della sinergia formazione-impresa?
Fermerci è un’associazione di sistema che vuole rappresentare tutti i
protagonisti del settore logistico ferroviario, dalle imprese di trasporto ai
terminal, agli operatori intermodali, ai costruttori di mezzi ferroviari. E’,
quindi, corretto che vi siano rappresentati anche i centri di formazione che
operano nel settore del ferro. Oggi, appunto, per avere risultati, dobbiamo
sempre più lavorare in un’ottica di sistema che deve coinvolgere la
formazione. Inoltre, la nostra Scuola ha una lunga tradizione nel settore
ferroviario ed è uno dei pochi centri formativi riconosciuti dall’Agenzia
nazionale per la sicurezza ferroviaria.
Un’ultima domanda. Il Pnrr ha sottolineato “le criticità del nostro sistema di istruzione, formazione e ricerca". In questo contesto critico, mira a un forte potenziamento degli Its. Come valuta questa misura?
In modo assolutamente positivo. Gli Its sono un modello vincente che si adatta ai diversi target, dalla scolarità non elevata fino alla soglia manageriale. Rappresentano un anello fondamentale nella formazione. L’obiettivo, sottolinea il piano, è rafforzare l’offerta degli enti di formazione professionale attraverso un network con aziende, università, centri di ricerca, autorità locali. E’ quanto oggi serve alla nostra economia e al nostro paese.
PG