29/07/2013

Ad Abel Lamé, direttore generale di Gefco Italia

Il neo-direttore generale di Gefco Italia si occupa di tutte le attività del gruppo nel nostro Paese, subentrando a Pierre-Jean Lorrain. Nato nel 1957 a Montevideo, in Uruguay, Lamé è stato direttore generale di Gefco Germania a partire dal 2008, ma la sua carriera professionale in Gefco risale al 2000, anno in cui diventa direttore della divisione automotive. Successivamente ricopre il ruolo di direttore generale in Portogallo (2002), Brasile e Mercosur (2006), infine in Germania e orain Italia. Lamé ha molti anni di esperienza in ambito logistico a partire dall’inizio della sua carriera nel 1976, quando comincia a lavorare in Uruguay per una compagnia specializzata nel trasporto aereo. “Negli ultimi due anni Gefco Italia si è espansa verso nuovi mercati, specialmente nelle aree dell’Est Europa, Asia e America, dove siamo in grado di offrire i nostri servizi a valore aggiunto in tanti settori - dichiara Abel Lamé - Il mio obiettivo è di proseguire lungo questa strada di espansione e far crescere il gruppo, sviluppando ulteriormente le competenze e le caratteristiche che i nostri clienti e partner già ci riconoscono".

Lei ha operato per lunghi anni in Germania, cuore economico del sistema Ue. Quali i “plus" di questo mercato, dal punto di vista di un 3PL. E quali gli eventuali “demeriti"?

La Germania si sta proponendo negli ultimi anni come la maggior potenza economica dell’Unione Europea. Per quanto riguarda la logistica, geograficamente la posizione in cui è collocata le garantisce un ruolo di centralità, ponendosi come hub di comunicazione tra Est e Ovest, anche grazie all’efficienza del sistema di infrastrutture. Ne è una prova il porto di Amburgo, il terzo più importante d’Europa per traffico merci, con gli oltre 132 milioni di tonnellate di cui 90 milioni containerizzate nel 2011, e sempre in crescita costante. Considerevoli poi i vantaggi della multiculturalità. In Gefco Germania sono impiegati lavoratori di 17 nazionalità diverse: questo facilita l’interscambio culturale e di esperienze, costituendo un valore aggiunto per l’azienda. Questa forza economica ha però anche un tallone d’Achille: i grossi flussi in transito da tutta Europa causano grandi problemi di traffico.

La crisi del segmento dell’auto prosegue in Europa e non accenna a demordere. Stante questa situazione dovremmo attenderci per Gefco un cambio di rotta nelle scelte strategiche (a esempio tipologia di settori merceologici di riferimento), almeno per quel che attiene i mercati europei?
Questa è l’era dell’innovazione e dell’internazionalizzazione ed è impensabile che un’azienda leader come Gefco non cerchi alternative rispetto a quelle che caratterizzano oggi il mercato. Per questo motivo, già da diversi anni, la nostra azienda ha allargato la propria offerta ad altri settori, traendo benefici dall’esperienza maturata nell’automotive ed esportandola in quello industriale, del FMCG, delle due ruote, del tessile e abbigliamento e dell’elettronica. L’espansione di Gefco non è però unicamente rivolta a nuovi settori, ma anche a nuove aree geografiche: sono del 2012 le aperture delle tre prime sedi in Kazakhstan, Sudafrica e Dubai.

Quali le sue prima impressioni dell’Italia e del mercato italiano?
Sono molto contento di avere l’opportunità di essere alla guida di Gefco Italia, in un paese che avrei sempre voluto visitare e conoscere meglio. L’economia e il mercato italiano sono particolari da un lato per la presenza di numerose piccole e medie imprese, dall’altro per la morfologia del territorio. Inoltre, così come la Germania, l’Italia ha una posizione geografica favorevole, che storicamente le garantisce una leadership commerciale nell’area del Mediterraneo. Ad esempio sono particolarmente favoriti gli scambi con i paesi del Maghreb: proprio all’inizio di quest’anno è stata inaugurata una nuova linea Gefco per spedizioni da e per la Tunisia. Oltre a ciò, ho intenzione di proseguire le strategie già avviate in precedenza da Gefco Italia, in particolare quelle rivolte ai mercati dell’Est e della Russia.

Ornella Giola


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