05/04/2021

Uso dei droni nuova frontiera di trasporto e sicurezza

Il supporto dei droni come nuova frontiera volta al miglioramento di servizi commerciali, industriali e al monitoraggio delle infrastrutture critiche, a tutela della sicurezza e della crescita. Se ne è discusso nel convegno L’impiego dei velivoli a pilotaggio remoto in ambito civile, organizzato in modalità web dall’Università degli Studi di Roma La Sapienza e Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS) con il patrocinio di ENAV ed ENAC. A moderare l’incontro la presidente di RFI Anna Masutti. Per il Gruppo FS presenti anche l’amministratrice delegata di RFI Vera Fiorani e il responsabile ricerca e sviluppo di RFI Eugenio Fedeli. All’evento hanno partecipato anche importanti aziende come LeonardoTernaTelespazio Oliver Wyman.

 


Fiorani ha ricordato il ruolo della componente aerea dedicata all’alimentazione elettrica legata alla ferrovia, e di come RFI abbia avuto modo di sperimentare l’uso dei droni nel monitoraggio per la sicurezza della propria infrastruttura. “Gestiamo circa 16mila chilometri di linee ferroviarie, che sono fortemente ancorate a terra", ha spiegato Fiorani, indicando che RFI ha già sperimentato la possibilità di “innalzarsi" da terra, dove è collocata l’infrastruttura ferroviaria, per raggiungere la parte aerea della stessa (rappresentata dal sistema elettrico) posta a circa 4 metri e mezzo da terra. “Abbiamo utilizzato lo spazio al di sopra dei corridoi ferroviari per utilizzare questi mezzi a pilotaggio remoto e abbiamo risolto così il problema, utilizzando i nostri spazi", ha sottolineato l’AD. Sull’utilizzo di questa tecnologia in volo nell’ambito ferroviario è intervento anche il manager RFI Eugenio Fedeli, che ha illustrato come le sperimentazioni in tale ambito, iniziate già dal 2013, abbiano dato seguito principalmente al supporto per verifiche e ispezioni periodiche di opere come viadotti, ponti e sottovia presenti lungo le linee, oltre che per attività di security riferite ad asset strategici o aree sensibili dell'infrastruttura.

 

 


Tra i benefici di questi mezzi c’è quello di poter impiegare i droni in zone impervie o raggiungibili in maniera difficoltosa per motivi di origine naturale o antropica, al fine di poter soddisfare le esigenze in occasione di controlli di tipologia prettamente visiva o per interventi programmati nel processo manutentivo sugli stati conservativi delle strutture e dei loro rivestimenti. A partire dal 2013, RFI ha avviato una prima campagna sperimentale, terminata nel 2016, per l’utilizzo di aeromobili a pilotaggio remoto (APR) come ausilio alle ispezioni di ponti e viadotti ferroviari, che ha consentito il controllo di otto opere per un totale di 36 campate, e una seconda sperimentazione, ancora in corso, per verifiche su cento opere distribuite su tutto il territorio nazionale. Le opere oggetto di indagine e i dati che le riguardano vengono debitamente classificati insieme alle eventuali tipologie di anomalie, mentre sono in corso sviluppi del software di gestione e catalogazione automatica dei difetti riscontrati. Grazie ad algoritmi dedicati e a meccanismi di intelligenza artificiale si potrà quindi intervenire ancora più tempestivamente sul tipo di criticità riscontrata.

 


Nel 2019 RFI ha concluso con successo un progetto di innovazione, sperimentazione e ricerca in collaborazione con l’Università di Siena sulla realizzazione di un aeroporto mobile completamente automatizzato dedicato a droni, dove poter svolgere operazioni come la ricarica del mezzo o la programmazione degli itinerari destinati ad attività di security da realizzare, ad esempio, su tecnologie dell’Alta Velocità, magazzini materiali, o nell’ambito delle sottostazioni per l’alimentazione delle linee elettriche. Il progetto è stato oggetto di brevetto sia italiano che europeo del Gruppo FS.

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