18/03/2013

Quali scenari per la nostra intermodalità?

Serve urgentemente, all'Italia, una politica dei trasporti e della logistica. E' senza dubbio questo il messaggio, diremo quasi l'appello, che i partecipanti alla tavola rotonda "Scenari dell'Intermodalità", organizzata da Interporto di Padova Spa in occasione del 40° anniversario di costituzione, hanno lanciato al mondo della politica in una giornata simbolo, quella dell'insediamento del nuovo Parlamento. Al dibattito, condotto da Sebastiano Barisoni, vicedirettore di Radio24 e conduttore del programma Focus Economia hanno partecipato l'Ad del Gruppo FS Italiane Mauro Moretti, il presidente di Assoporti Luigi Merlo, il presidente di Unione Interporti Riuniti (Uir) Alessandro Ricci e l'Assessore alla Mobilità e alle infrastrutture del Veneto Renato Chisso. Moretti si è detto pronto ad impegnarsi come Gruppo Fs, oggi economicamente sano ( "nel 2006 su un fatturato di 2,6 miliardi perdevo 2,115 miliardi oggi fatturo 8,5 miliardi ed ho un utile netto di 380 milioni che sarebbero 800 se non dovessimo pagare i debiti di chi ci ha preceduto") a fare la propria parte per il trasporto merci in Italia ma ha ricordato come quella da lui guidata sia una azienda che deve stare sul mercato. "Serve una politica chiara e definita dei trasporti - ha attaccato - come si è fatto in Germania dove lo Stato ha deciso che la logistica è un’attività strategica per l'economia della nazione e che deve essere garantita anche attraverso due grandi aziende pubbliche come Deutsche Post e Deutsche Banh che da allora hanno acquistato l'equivalente di 18 miliardi di euro di imprese e sono diventate il più grande operatore logistico. Questo vuol dire fare politiche chiare, avere obiettivi precisi e non disdegnare le proprie imprese pubbliche". E se su chi e come debbano essere fatte le manovre ferroviarie nei porti i punti di vista tra il presidente di Assoporti e Moretti non coincidono, su un punto c'è accordo: "Manca una visione d'insieme e una politica nazionale- afferma Merlo - che la traduca in fatti concreti: si parla di sufficiente capacità dei nostri porti, ma non si parla della qualità di questa capacità, frammentata in cento autorità portuali, con un prevalere delle visioni campanilistiche e localistiche. L'ultimo anno ci ha mostrato un clamoroso fallimento delle leggi di riforma sia dei porti che degli interporti. Vogliamo che il nuovo Parlamento azzeri tutto e metta mano ad una unica legge di riforma che abbia un respiro davvero europeo. Ci vuole un radicale cambio di mentalità: noi come Assoporti eravamo d'accordo in una riduzione del numero delle Autorità Portuali, ma dalla Commissione invece della riduzione che noi avevamo chiesto era addirittura venuta la creazione di due nuove Autorità. Ecco questo non deve più accadere". Anche Ricci di UIR ha affrontato il tema delle infrastrutture, sostenendo che "Bisogna avere il coraggio di dire che alcuni degli interporti previsti alla luce dei nuovi scenari economici e dei nuovi mercati non hanno più ragione di esistere. Questo non vuol dire che debbano essere cancellati, ma che devono immaginare un’attività diversa. Sono d'accordo con Merlo, è necessario approvare una riforma della legge sugli interporti, e non in due o tre anni ma in qualche mese". L'assessore alla Mobilità della Regione Veneto, ha lanciato una frecciata a Trenitalia:" Avevamo un progetto insieme, quello di un’impresa ferroviaria merci regionale comune, mettendo in sinergia Trenitalia Cargo e la nostra Sistemi Territoriali per ottimizzare una serie di attività di trasporto cargo che adesso soffrono nella nostra regione, ma la vostra (del Gruppo Fs, ndr) burocrazia ha frenato tutto". Chisso ha puntato anche il dito sulla farraginosità delle operazioni doganali che fanno perdere alle nostre aziende giorni preziosi nel transit time delle merci e aumentano i costi. "Con gli interporti e le associazioni di categoria – ha detti - stiamo premendo perché la sperimentazione dello sportello unico doganale, avviata a Ravenna dalla Agenzia delle Dogane sia rapidamente estesa anche ai nostri porti". Durissimo in conclusione Moretti sugli aiuti al trasporto stradale: "E' una follia continuare a dare un miliardo all'anno all'autotrasporto, miliardo che tra l'altro non rimane nelle casse delle imprese che sono arrivate a proporre tariffe da 0,60 euro al chilometro. Continuiamo in questa schizofrenia di chiedere la realizzazione di nuove ferrovie e, invece di perseguire un equilibrio modale gomma ferro, incentivare l'autotrasporto. Ci troveremo con ferrovie nuove, ma senza treni, le strade piene di automezzi e un Paese al disastro", ha concluso Moretti.
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