11/07/2014

Quadrante Europa e La Spezia, prove di dialogo

Negli ultimi vent'anni il dibattito sulla logistica nazionale ha avuto come tema fondamentale il ruolo del nostro paese all'interno delle reti globali di trasporto delle merci. In questo dibattito si è insistito molto nell'evidenziare il vantaggio competitivo determinato dalla posizione dell'Italia nel Mediterraneo e dalla centralità di quest'ultimo nelle rotte intercontinentali delle linee container, assi fondamentali della produzione industriale e della logistica mondiale. Negli ultimi anni, dopo un sostanziale fallimento di questi ragionamenti che non sono mai arrivati a compimento determinando un ruolo meramente nazionale della portualità italiana, si è iniziato a focalizzare il dibattito anche sull'accessibilità terrestre dei nostri porti, sulla loro efficienza e sulla loro efficacia all'interno delle supply-chain globali, cercando di individuare soluzioni che fossero in grado di competere finalmente con lo strapotere dei porti del Nordeuropa. In questa nuova dimensione del dibattito ha assunto un ruolo fondamentale l'accessibilità ferroviaria della portualità nazionale, vista come opzione fondamentale per l'ampliamento del mercato di riferimento dei porti stessi: senza ferrovia i porti del Nordeuropa non avrebbero raggiunto i risultati eclatanti degli ultimi anni. 

Porti e rotaia
Senza ferrovia i porti italiani non possono pensare di competere con i loro concorrenti del nord. Ma la portualità italiana e il suo sviluppo ferroviario si scontrano con alcuni fenomeni negativi che si sono accentuati negli ultimi anni. In primo luogo le infrastrutture ferroviarie nei porti italiani sono obsolete e sotto dimensionate rispetto alle necessità della logistica globale, gestire un treno nei nostri porti comporta costi di gestione della "manovra ferroviaria" molto onerosi dovuti ai vincoli imposti dalle dimensioni inadeguate dei binari e dei terminaI ferroviari nei porti e negli scali a servizio dei porti. In contrapposizione a questo decadimento progressivo della ferrovia nei porti italiani, si è realizzato parallelamente un sostanziale potenziamento di servizi e traffici intermodali transfrontalieri da parte dei maggiori interporti italiani: da questo punto di vista Verona e il Quadrante Europa hanno svolto un ruolo da assoluto protagonista nel panorama nazionale ed europeo. Il tema del convegno si focalizza fondamentalmente sull'idea che la sinergia e l'integrazione tra porti ed interporti, in questo caso Verona e La Spezia, possano essere elementi di sviluppo futuro di entrambi: portando i porti italiani a servire mercati sino ad oggi mai approcciati e inserendo gli interporti in catene marittime globali che sino ad oggi non li avevano minimamente coinvolti. 

Tre buoni motivi per l'integrazione
Ci sono almeno tre buoni motivi perché Verona e La Spezia inizino a dialogare ed integrarsi. Il primo: Il Quadrante Europa e il porto di La Spezia sono due eccellenze nel sistema logistico italiano. L'interporto veronese è il primo in Europa e a dirlo è una classifica redatta dai tedeschi. Occupa due milioni e mezzo di metri quadri, vede 120 imprese insediate con circa 11.500 addetti tra diretti e indirettt è il primo in Italia per volumi di traffico combinato movimentando in un anno 6.800.000 tonnellate di merci su ferrovia e 20 milioni su strada. Il porto ligure è tra i principali porti container italiani, movimenta 15 milioni di tonnellate all'anno con un aumento medio annuo del 2,7%, è scalata dalle principali compagnie di navigazione, è una porta sul Mediterraneo. Perciò, se si vogliono fare alleanze, meglio farlo tra i primi della classe. Il secondo. C'è un interesse reciproco tra Verona e La Spezia. Interporto punta ad aggiungere l'attività di "retro porto" e di "gateway" intermodale, essendo in grado di smistare le merci verso 25 destinazioni europee. Per questo coltiva rapporti con La Spezia ma anche con Venezia, Ravenna e alcuni porti del Sud. La Spezia, che già si trova a ridosso delle maggiori aree produttive d'Italia, è fortemente intenzionata a rafforzare i collegamenti con l'Europa e, in questo quadro, il Brennero è un passaggio obbligato. Perciò, da una più intensa collaborazione non può che derivarne una ricaduta positiva sull'intera economia, produttiva e di servizi di entrambi i nodi e di entrambe le aree. Il terzo. 

Temi a convegno
Il convegno "La Spezia gateway-port per il Nord Italia" che si è tenuto all'Interporto Quadrante Europa si inserisce nel più ampio dibattito sul sistema logistico nazionale su cui sta legiferando il Parlamento. Ecco, una occasione come questa per discutere insieme, tra un porto e un interporto, su progetti, obiettivi ed alleanze è tanto preziosa quanto rara. L'occasione di confronto nasce dall'idea di presentare anche a Verona, dopo Milano, il rapporto "La Spezia un modello di riferimento per la portualità italiana", realizzato da Sergio Curi e Fabrizio Dallari per conto del Centro di Ricerca sulla Logistica C-Log dell'Università Carlo Cattaneo LIUC, che contiene una serie di riflessioni sul modello organizzativo che caratterizza il "Sistema Spezia" e che ha consentito a questo porto di raggiungere un ruolo di primo piano nell'attività marittima nazionale. Insieme ai due autori, a Sergio Bologna, uno dei massimi esperti del settore e componente del Comitato Scientifico dell'ultimo Piano Nazionale della Logistica, ad alcuni soggetti coinvolti dalle dinamiche citate (il Gruppo Contship, Terminali Italia, Confetra, l'associazione spedizionieri di Spezia e Verona, le Dogane) e naturalmente all'Autorità Portuale di La Spezia ed al Consorzio ZAI, ci si è confrontati sui risultati dello studio e sulle potenziali sinergie tra i due nodi logistici in un'ottica di competitività logistica internazionale. Un'ottima occasione per individuare ipotesi strategiche comuni e azioni integrate di sviluppo che offrano al mercato internazionale un unico sistema logistico composto da due nodi nazionali che sono riusciti a mantenersi eccellenti anche in un periodo di profonda crisi come quello attuale.
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