04/11/2011
“Siete una categoria responsabile. In tre anni nemmeno un’ora di sciopero e questo vi fa onore”. Così questa mattina il ministro per le Politiche Europee Anna Maria Bernini si è rivolta ad una categoria in fermento, quella degli autotrasportatori, nel corso di un infuocato e affollatissimo convegno a Pesaro nell’ambito della SaVeico (Salone dei Veicoli industriali), organizzato dalla CNA-Fita ed al quale hanno partecipato anche la parlamentare europea e membro della Commissione trasporti, Debora Serracchiani e la presidente dell’associazione di categoria della Confederazione Nazionale dell’Artigianato, Cinzia Franchini. La Bernini, nel prendere atto delle difficoltà della categoria alle prese con una crisi senza precedenti determinata non solo dalla crisi ma anche dagli aumentati costi di produzione, ha difeso l’operato del Governo, anche nei confronti delle decisioni dell’Europa. “Spesso - ha detto la Bernini - ci siamo trovati in contrasto con quanto deciso a Bruxelles, come ad esempio sulla questione del Trattato delle Alpi. Ma mai, neanche in questo momento di difficoltà, abbiamo abbassato la soglia degli incentivi alla categoria”.
Nel suo coraggioso intervento, in una platea in fibrillazione di una categoria che annuncia imminenti forme di protesta per la difficoltà di applicazione dei costi minimi di sicurezza, un aumento esponenziale dei costi, della burocrazia e dei costi di produzione (gasolio, assicurazioni, pedaggi autostradali, etc.), la Bernini ha assicurato l’impegno del suo dicastero nel sottoporre le questioni più urgenti dei camionisti italiani ai colleghi di Governo del Ministero dei Trasporti e dell’Interno. Per parte sua la CNA, attraverso la presidente della Fita, Cinzia Franchini ha incalzato il ministro chiedendo “Regole antidumping, controlli più severi nei confronti dei vettori esteri; introduzione di regole più stringenti contro una liberalizzazione selvaggia della professione, provvedimenti che sottopongano anche la committenza a fare i conti con i costi minimi per la sicurezza. Ed ancora un accorciamento dei tempi di pagamento da parte dello Stato, politiche di controllo più serrate relative ai costi di produzione, a partire da carburanti, assicurazioni e pedaggi autostradali e la richiesta di risarcimento al Ministero dell’Ambiente per le spese sostenute dalle imprese per l’installazione delle apparecchiature previste dal regolamento Sistri”. A un accenno di contestazione da parte della platea, il ministro Bernini ha ribattuto dicendo che “occorre dialogo ed ascolto e che comunque il Governo è disponibile a recepire le richieste della categoria. Sul tema delle infrastrutture e della manutenzione di queste, non tutto dipende dal Governo ma a volte anche da come vengono utilizzate le maggiori imposizioni da parte degli Enti locali”.
E’ stata poi la volta di Debora Serracchiani che ha sottolineato l’assenza del Governo italiano nei tavoli decisionali europei. L’esponente del Pd ha detto che “non funziona nessuna liberalizzazione se non ci sono delle regole chiare. Nessuno nel nostro Paese controlla la regolarità dei vettori stranieri che circolano sulle nostre strade e che regolarmente infrangono ogni regola relativa non solo alla concorrenza ma spesso ai tempi di guida ed al rispetto del codice della strada”. Ed ancora: “In Italia, e non da ora, manca una seria politica dei trasporti: spesso si confonde il tema dei trasporti con quello della logistica. Gli autotrasportatori italiani non vogliono incentivi od elemosine ma pagare meno tasse e burocrazia e poter avere un maggiore accesso al credito. In questi anni il Governo italiano non ha fatto nulla in tal senso se non dimostrare tutta la sua inadeguatezza a livello di discussione delle regole in sede europea”.
Nel suo coraggioso intervento, in una platea in fibrillazione di una categoria che annuncia imminenti forme di protesta per la difficoltà di applicazione dei costi minimi di sicurezza, un aumento esponenziale dei costi, della burocrazia e dei costi di produzione (gasolio, assicurazioni, pedaggi autostradali, etc.), la Bernini ha assicurato l’impegno del suo dicastero nel sottoporre le questioni più urgenti dei camionisti italiani ai colleghi di Governo del Ministero dei Trasporti e dell’Interno. Per parte sua la CNA, attraverso la presidente della Fita, Cinzia Franchini ha incalzato il ministro chiedendo “Regole antidumping, controlli più severi nei confronti dei vettori esteri; introduzione di regole più stringenti contro una liberalizzazione selvaggia della professione, provvedimenti che sottopongano anche la committenza a fare i conti con i costi minimi per la sicurezza. Ed ancora un accorciamento dei tempi di pagamento da parte dello Stato, politiche di controllo più serrate relative ai costi di produzione, a partire da carburanti, assicurazioni e pedaggi autostradali e la richiesta di risarcimento al Ministero dell’Ambiente per le spese sostenute dalle imprese per l’installazione delle apparecchiature previste dal regolamento Sistri”. A un accenno di contestazione da parte della platea, il ministro Bernini ha ribattuto dicendo che “occorre dialogo ed ascolto e che comunque il Governo è disponibile a recepire le richieste della categoria. Sul tema delle infrastrutture e della manutenzione di queste, non tutto dipende dal Governo ma a volte anche da come vengono utilizzate le maggiori imposizioni da parte degli Enti locali”.
E’ stata poi la volta di Debora Serracchiani che ha sottolineato l’assenza del Governo italiano nei tavoli decisionali europei. L’esponente del Pd ha detto che “non funziona nessuna liberalizzazione se non ci sono delle regole chiare. Nessuno nel nostro Paese controlla la regolarità dei vettori stranieri che circolano sulle nostre strade e che regolarmente infrangono ogni regola relativa non solo alla concorrenza ma spesso ai tempi di guida ed al rispetto del codice della strada”. Ed ancora: “In Italia, e non da ora, manca una seria politica dei trasporti: spesso si confonde il tema dei trasporti con quello della logistica. Gli autotrasportatori italiani non vogliono incentivi od elemosine ma pagare meno tasse e burocrazia e poter avere un maggiore accesso al credito. In questi anni il Governo italiano non ha fatto nulla in tal senso se non dimostrare tutta la sua inadeguatezza a livello di discussione delle regole in sede europea”.
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