03/12/2012

Dal rifiuto all'energia, nuova frontiera per la logistica sanitaria

Il San Luigi Gonzaga di Orbassano, in collaborazione con Fotorecuperi - azienda torinese specializzata nel trattamento dei rifiuti speciali - sperimenterà un nuovo modo di gestire il materiale ospedaliero di scarto. Il sistema ideato e sviluppato da Fotorecuperi per il San Luigi Gonzaga di Orbassano, è stato appositamente studiato e ampiamente collaudato con il contributo del Politecnico di Torino. Si tratta di un impianto che presenta costi di realizzazione notevolmente più contenuti rispetto agli impianti di termovalorizzazione, con promettenti ricadute economiche per l'utenza in un’ottica di maggior ecocompatibilità. “Riteniamo che l’esperienza pilota intrapresa al San Luigi – dichiara il direttore generale ASO San Luigi Gonzaga, Remo Urani - possa rappresentare un evento importante, in quanto risponde all’esigenza di stare al passo con un mondo in continua evoluzione, alla ricerca di soluzioni sempre migliori a costi sostenibili, per inseguire i traguardi di minore produzione, pericolosità e impatto ambientale, indicati dalla normativa UE e nazionale. Trattare i rifiuti sanitari con questi principi e farlo perseguendo i criteri di efficacia ed efficienza, credo possa rappresentare un buon viatico alla nostra iniziativa." L’impianto permette la sterilizzazione del rifiuto e la sua conversione in combustibile non fossile. 
Il processo permette di annullare il pericolo infettivo e di produrre un materiale irriconoscibile e maneggiabile senza rischi, riutilizzabile in campo energetico e identificato dalla stessa norma come combustibile da rifiuti (C.D.R.). Questo materiale potrà trovare collocazione presso quelle attività che necessitano di combustibili non derivanti da sostanze fossili quali ad esempio cementifici, aziende metallurgiche e impianti di teleriscaldamento. La tecnologia di Fotorecuperi è in linea con la policy del mondo della gestione dei rifiuti, oggi in continua evoluzione, e sempre alla ricerca di soluzioni migliori a costi sostenibili per inseguire gli obiettivi di minore produzione, pericolosità e impatto ambientale, indicati dalla normativa nazionale e della UE. Finora il sistema più avanzato tra le soluzioni proposte dal mercato prevede per il ‘confezionamento’ e il trasporto, l’impiego di contenitori riutilizzabili e rigenerabili, e per lo smaltimento il conferimento in impianti di termovalorizzazione destinati esclusivamente al trattamento dei rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo. 
La svolta che ha consentito di percorrere nuove strade per la gestione dei rifiuti ospedalieri è stata rappresentata dal D.P.R. 254/2003 - art. 7 in materia di rifiuti sanitari che prevede la possibilità di sterilizzare i rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo in alternativa al loro smaltimento mediante incenerimento. Il sistema di sterilizzazione sviluppato da Fotorecuperi ha ottenuto dalla provincia di Torino l’Autorizzazione Integrata Ambientale ai sensi del D.Lgs. 152/2006 (Testo Unico Ambiente). “La realizzazione del progetto “Smart Hospital: esperienza pilota di gestione dei rifiuti sanitari pericolosi infettivi con sistema di sterilizzazione esterno alla struttura sanitaria", quale parte significativa del progetto “Technological system layout for medical wastes management and their energetic valorization via hydrogen production", co-finanziato dalla Regione Piemonte, - spiega il Responsabile R&D della Fotorecuperi, Domenico Napoli - è per la nostra azienda, anche per il prestigioso supporto tecnico e scientifico del Politecnico di Torino, un veicolo di apprendimento organizzativo e tecnologico. Infatti la trasformazione delle funzioni da struttura di “stoccaggio e trattamento dei rifiuti sanitari" in struttura “di trattamento, sterilizzazione e valorizzazione energetica dei rifiuti sanitari", oltre a comportare un salto innovativo, determina l’utilizzo e la gestione di tecnologie estranee al paradigma tecnico, caratteristico dell’area di dominanza tecnologica e consolidata dell’impresa stessa." Accanto alla ricerca e all’innovazione di nuovi e più elevati sistemi tecnologici, deve però essere programmata e organizzata una gestione integrata delle attività che permetta un più efficace coordinamento di tutta la catena logistica. Il contenimento complessivo dei costi di gestione che l’introduzione del ‘sistema pilota’ della Fotorecuperi può produrre - tra trasporto e smaltimento - è stimato possa essere a fine percorso sperimentale del 15-30%. 
Le recenti innovazioni introdotte in campo tecnologico proiettano la società attuale verso una condizione sempre più smart&green. In particolare, le attuali possibilità di rendere più efficiente la gestione dei rifiuti - come mostra l’esempio pratico e di sperimentazione avviato dall’Ospedale San Luigi Gonzaga di Orbassano - e le nuove prospettive di valorizzare gli stessi sotto il profilo energetico, contribuiscono a determinare una maggiore sostenibilità per lo sviluppo socio-economico a favore della collettività. “Occorre quindi guardare con attenzione agli sviluppi in tale ambito - ha sottolineato la presidente dell’Interporto Daniela Ruffino - certi che un intervento mirato e sinergico tra le istituzioni preposte possa determinare forti risparmi in relazione alla spesa sanitaria piemontese. L’Interporto di Orbassano, situato in posizione strategica nei confronti dell’Ospedale San Luigi, è particolarmente attento a questo progetto in quanto crediamo possa consentire, mediante una politica di “km zero" nel trasporto dei rifiuti sanitari, un concreto contenimento delle emissioni di CO2. Inoltre è interessante anche in prospettiva delle nuove strategie e connotazioni che il nostro interporto, come gli altri interporti italiani, sta accingendosi a ridisegnare per il prossimo futuro".
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