19/10/2011

CIM NOVARA PRESENTA IL PIANO STRATEGICO DI SVILUPPO INDUSTRIALE

Il Piano, illustrato al mondo politico ed economico nel corso di un meeting svoltosi alla Camera di Commercio, punta a collocare l’Interporto novarese ai vertici del sistema nazionale dei trasporti e della logistica. Un obiettivo ambizioso che gli amministratori di CIM vogliono raggiungere nei prossimi otto anni. “CIM oggi è una società sana che ha raggiunto risultati economici e operativi estremamente positivi – ha spiegato in apertura il presidente Maurizio Comoli – ora dobbiamo crescere rispondendo contemporaneamente a due istanze: la domanda di più spazi operativi, che ci proviene dal mercato, e la richiesta di maggiori ricadute positive in termini di valore aggiunto e occupazione che giustamente proviene dal territorio”. Il professor Comoli ha mostrato i dati dei maggiori interporti italiani, Verona, Padova, Bologna dove, a fronte di dati di traffico paragonabili a quelli di CIM, sono stati realizzati spazi per la logistica e i servizi tali da attrarre investimenti rilevanti, generando migliaia di posti di lavoro. “Lo scenario in cui operiamo e in cui intendiamo investire – ha illustrato il vice presidente Alvaro Spizzica – è decisamente positivo. I dati di traffico sono in crescita e con l’apertura dei nuovi trafori svizzeri il nord Italia dovrà gestire un flusso di merci doppio rispetto a quello attuale. Sulla base di tali previsioni, con questo Piano, noi intendiamo proporci come protagonisti di questa rivoluzione di sistema.” Una rivoluzione “verde” considerato che le scelte compiute sia a livello comunitario sia da parte del Governo elvetico vanno nella direzione di dirottare i traffici stradali sul trasporto ferroviario in grado di ridurre sensibilmente (anche sino al 70%) le emissioni di CO2. “Sviluppare l’Interporto di Novara significa prima di tutto rispondere ad una esigenza imprescindibile dell’intero quadrante Nord Ovest. – ha puntualizzato l’AD Mauro Chiotasso - Novara e il suo territorio in questo senso possono svolgere un ruolo fondamentale. Le prime ricadute positive della presenza dell’Interporto si avvertono già oggi ma il Piano prevede scelte condivise con gli Enti locali finalizzate a produrre sia effetti diretti nel settore dei trasporti e della logistica sia risultati indotti, quali l’attrazione di attività produttive, grazie all’effetto positivo della dotazione infrastrutturale.”
Il Piano di Sviluppo si articola in tre fasi. Nella prima (2011 – 2015) l’Interporto si amplierà con un nuovo terminal che verrà realizzato all’interno dell’attuale scalo di Novara Boschetto, una nuova dotazione di magazzini per la logistica e soprattutto una serie di servizi tecnologici quali stazioni rifornimento, centri di lavaggio, bonifiche, manutenzione, ma anche uffici, hotel e ristorazione. Non ultima è prevista anche la creazione di una apposita società di manovra ferroviaria per ottimizzare la gestione della fase di presa e consegna nei piazzali. In questa fase è previsto anche l’avvio diun ambizioso progetto denominato “porta di Novara”. Si tratta di una proposta presentata da CIM Spa al Comune di Novara, per lo sviluppo di un area funzionale di accoglienza connessa al casello autostradale Novara Est e sviluppabile anche attraverso un apposito concorso di progettazione, per la configurazione generale degli insediamenti e dei servizi, e per la individuazione di un “Landmark “ che costituisca un segno architettonico distintivo di riconoscibilità urbana della zona. Tale disegno a scala urbana consentirà di configurare, con un adeguato livello qualitativo, interventi con destinazione a servizi industriali e urbani,anche innovativi e per iniziative quali orti/giardini urbani.
Successivamente (2016 2017), oltre ad un ulteriore sviluppo di spazi per la logistica, sulla base di un verifica preventiva che vedrà coinvolte le Regioni, gli Enti locali e gli operatori del settore, si pianificherà l’infrastrutturazione necessaria per far fronte all’apertura del nuovo tunnel di base del Gottardo, la cui operatività è prevista dal 2016. L’impatto degli effetti della nuova direttrice dovrà essere gestito nei tempi opportuni stante il previsto raddoppio dei traffici dal nord Europa. “C’è il tempo per attrezzarci – ha puntualizzato Spizzica – per questo non possiamo perdere tempo. Gli operatori internazionali più importanti ci sollecitano a procedere”.
L’ultima fase del Piano (2018 -2019) prevede la possibilità di una ulteriore espansione in termini di operatività terminalistica nell’eventualità, non remota, che il mercato (nuovi flussi da Genova, Savona, Frejus) dovesse richiedere l’incremento delle potenzialità.
Il Piano ricomprende anche politiche e scelte innovative in termini di ICT, ambiente (fotovoltaico e biomasse) city/reverse logistic e nuove tecnologie operative.
Complessivamente il piano prevede investimenti per poco più di 120 milioni nella prima fase 2011 – 2015 e a regime potrebbe sfiorare i 350 milioni di euro.
“A regime – ha spiegato Chiotasso – raggiungeremo il rapporto tra terminalistica e magazzini degli altri grandi interporti nazionali il che significa poter ragionevolmente ipotizzare che come a Padova e Bologna l’interporto possa generare tra i tre e i quattro mila posti di lavoro”. Una svolta importante per il territorio che richiederà la collaborazione e la partecipazione di quanti più soggetti possibili. “Questo Piano parte da lontano – ha concluso Comoli – ad aprile con la sottoscrizione dell’Atto di indirizzo per il sistema delle merci e della logistica nel Nodo di Novara abbiamo posto le basi dello sviluppo coinvolgendo Governo, Regione, Provincia, i Comuni di Novara, Galliate e San Pietro Mosezzo oltre a FS Logistica, Ferrovie Nord Milano e SATAP. La nostra logica è di muoverci condividendo le scelte diffondendo quanto più possibile una nuova visione dell’Interporto, una realtà sviluppata e sempre più radicata nel territorio.” Anche per tale ragione il Piano si chiude con una serie di proposte di strumenti per il coordinamento delle decisioni a livello urbano, di Area Vasta e di Quadrante che vanno da un comitato di indirizzo per le ricadute sulla città, agli sportelli per ottimizzare i flussi e le connessioni con le altre piattaforme logistiche presenti nel Novarese, agli accordi bilaterali che potrebbero generare sinergie, ad esempio, con lo scalo di Domo 2 in Ossola.

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