Una rivoluzione economica silenziosa è in corso sull’altra sponda del Mediterraneo. Basta dare un’occhiata ai dati. Quelli del Marocco ad esempio: con una capacità produttiva già installata di 700.000 automobili l’anno che entro la fine del 2024 supererà grandemente le 600.000 unità effettive e che saliranno a 1 milione nel 2025. Il 90% viene esportato in UE, tant’è che nel 2023 il Paese nordafricano ha superato la Cina come valore dell’export automobilistico verso i mercati dell’Unione Europea. L’automotive si conferma un asset strategico del Paese, che ha visto anche la nascita di diverse di startup come Atlas E- Mobility che nel 2026 commercializzerà il primo SUV Made in Morocco.
Questi sono solo alcuni esempi di ciò che sta accadendo di là dal Mare Nostrum e che sono stati presentati oggi ad A Bridge to Africa, la due giorni di manifestazione in programma presso l’Auditorium Bucchioni dell’Autorità di Sistema Portuale di La Spezia, per mettere in collegamento le imprese italiane all’opportunità che si apre per lo sviluppo e l’innovazione.
Come ha dichiarato il vicepresidente del consiglio e ministro degli esteri e della cooperazione internazionale, Antonio Tajani, nel messaggio inviato ai convenuti “All’Africa vogliamo guardare attraverso lenti africane, coltivando con il Continente un dialogo paritario. Lavorare insieme per dare pieno sviluppo al potenziale africano, anche con iniziative come il piano Mattei, vuol dire aprire per il nostro Paese e le nostre imprese nuove opportunità.”
Sulla realtà portuale sede dell’evento, è intervenuta Federica Montaresi, commissario straordinario dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale che ha spiegato come i rapporti tra La Spezia e l’Africa risalgono agli anni ’70, grazie a operatori lungimiranti che hanno consolidato rapporti commerciali. Rapporti che proseguono anche attraverso progetti innovativi, con l'obiettivo di facilitare gli scambi commerciali con i porti del Nord Africa. Lo scorso anno il 22% dell’import di La Spezia proveniva dal Nordafrica, in particolare dall’Algeria. Mentre in export il Nordafrica copre il 13% dei volumi, con 835mila tonnellate di merce varie e container.
Partendo da queste basi, che a livello italiano hanno un valore complessivo di 59 miliardi euro di interscambio con il continente africano, di cui 20 all’export, le iniziative nazionali puntano a fare in modo che le nostre aziende partecipino della crescita economica con nuovi paradigmi basati sul partenariato, gli investimenti nell’economia reale e l’innovazione. Ciò vale per le grandi aziende ma anche per le PMI, che devono approcciare l’Africa con l’obiettivo di crescita comune e condivisa. Lo ha ribadito Antonio Gozzi, special advisor con delega all'Autonomia strategica europea, piano Mattei e competitività di Confindustria. Gozzi ha ricordato che il piano Mattei è concepito per favorire alle aziende private italiane un salto di qualità, con un ruolo complementare a quello delle grandi aziende partecipate dallo Stato, attraverso un approccio sistemico. Sul fronte dell’innovazione, il piano prevede anche investimenti nelle rinnovabili, soprattutto fotovoltaico, per esempio con la Tunisia, con una suddivisione dell’energia generata tra usi locali ed export via cavo sottomarino verso il nostro Paese. Quindi partenariato, investimento produttivo e innovazione.
Anche in sistemi tipicamente occidentali, come quello delle startup, l’Africa regala delle sorprese positive. Dai programmi di partnership emerge per esempio che la qualità delle proposte degli innovatori è molto alta, fatto importante in sé ma soprattutto perché è l’indicazione che il sottostante tessuto delle competenze è robusto e quindi può fornire alle imprese italiane il livello di risorse umane necessario per investimenti produttivi qualificati.
La giornata è stata caratterizzata dalle presentazioni delle delegazioni di Algeria, Egitto, Marocco e Tunisia e si è conclusa con la testimonianza di associazioni italiane, come Assafrica e AIDAM (Associazione Italiana di Automazione Meccatronica), che affiancano le imprese impegnate verso i mercati del Continente. Di particolare interesse è l’impegno della Fondazione Italiana della Marina Mercantile, che investe nella formazione del personale marittimo nei Paesi del Nordafrica, come il Marocco, a supporto dell’espansione accelerata del settore logistico, altrettanto importante di quello produttivo.
A Bridge to Africa può essere seguito in presenza oppure via streaming dal sito https://www.abridgetoafrica.it/