“L’industria chimica in Italia è vivace, solida, offre lavoro di qualità e investe in innovazione e welfare ben più di altri comparti manifatturieri. E’ un settore che può dare molto al Paese: al nuovo Governo offriamo la massima collaborazione nel difficile compito di conciliare interesse individuale e collettivo per il bene comune". Così si è espresso Paolo Lamberti, presidente di Federchimica, nel corso della recente assemblea annuale della Federazione nazionale dell’Industria chimica.
Anche le imprese estere presenti in Italia esportano tantissimo
Un quadro eloquente viene dai dati relativi alle imprese chimiche estere operanti in Italia:producono un valore che sfiora i 20 miliardi di euro (pari a settori rilevanti quale il mobile o le bevande) di cui circa il 60% viene esportato, anche grazie a un consistente investimento in ricerca (oltre 170 milioni). “Sono imprese che vengono in Italia per produrre, fare ricerca, offrire posti di lavoro e, in molti casi, insediare veri e propri centri di eccellenza - ha commentato Lamberti - I buoni risultati nascono dal nostro orientamento al mercato globale, con risultati di export anche migliori della media europea; da un’innovazione sempre più basata sulla ricerca e sempre più diffusa anche tra moltissime medie e piccole imprese; tanti laureati tra i neoassunti, ormai quasi il 30%, ben 10 punti più della media nazionale; tantissima formazione in azienda per dare centralità alle persone".
Ruolo strategico del mercato europeo
L’ambito nel quale l’industria chimica vuol continuare a operare è certamente l’Europa “che, per noi, è un orizzonte, non un confine: non è pensabile chiudere le frontiere, ristabilire le dogane, tornare a una moneta nazionale, limitare con vari e vecchi artifizi il commercio intra-comunitario. E’ interesse di tutti mantenere la manifattura in Europa e non spostarla in aree dove sicurezza, salute e ambiente sono meno tutelati. Perché, Lamberti sottolinea, “la UE si è dotata negli anni della normativa chimica più restrittiva al mondo: i cittadini europei devono esserne consapevoli e sentirsi tutelati qui, più che altrove". I rigorosi processi stabiliti dalle norme europee, però, devono tutelare non solo la salute e l’ambiente, ma anche le imprese che hanno investito ingenti risorse per rispettarli e per dimostrare la sicurezza e la validità dei loro prodotti. “Abbiamo bisogno di più Europa anche se, certamente, di un’Europa migliore: chiediamo un atteggiamento propositivo anche su questo fronte e offriamo tutta la vitalità di un settore così strategico per l’industria manifatturiera e, in definitiva, per tutto il nostro sistema economico" ha concluso Lamberti.