11/12/2017
“Quando il dito indica la luna lo stolto guarda il dito". Ricordate questo proverbio cinese? Ebbene qualcosa di simile a quanto stigmatizzato dall'antica saggezza asiatica sta accadendo in merito a un tema sempre più dibattuto sui media, quello delle criptovalute (bitcoin in primis, ovvero il “dito") – su cui si sprecano approfondimenti e commenti - e della loro infrastruttura tecnologica, la blockchain, che consente l'utilizzo di tali valute elettroniche (ovvero “la luna" del nostro proverbio). Tutto questo per dire che la vera rivoluzione, anche per il nostro settore, è dunque rappresentata dalla blockchain (catena di blocchi), il cui ruolo strategico è testimoniato dal fatto che il fatturato connesso a tale tecnologia è destinato – secondo alcuni analisti - ad aumentare dai 2,5 miliardi di dollari del 2016 ai quasi 20 miliardi di qui al 2025.
Da Wikipedia si legge che la blockchain “è una base di dati distribuita, introdotta dalla valuta bitcoin che mantiene in modo continuo una lista crescente di record, i quali fanno riferimento a record precedenti presenti nella lista stessa ed è resistente a manomissioni. La prima e più conosciuta applicazione della tecnologia blockchain è la visione pubblica delle transazioni per i bitcoin, che è stata ispirazione per altre criptovalute e progetti di database distribuiti". In pratica la blockchain consiste in un database che sfrutta la tecnologia peer-to-peer e che funziona come un libro contabile in cui sono registrate tutte le transazioni fatte in bitcoin dal 2009 a oggi. Il sistema è all’apparenza quanto di più democratico possa esistere, dal momento che può fare a meno del benestare delle banche per effettuare una transazione.
La blockchain funziona come un libro contabile in cui sono registrate
tutte le transazioni fatte in bitcoin dal 2009 a oggi
Questa tecnologia, estrapolata dal contesto in cui si è sviluppata (effettuazione delle transazioni in bitcoin, il famoso “dito") può essere utilizzata in tutti gli ambiti in cui è necessaria una relazione tra più attori: grazie ad essa ogni transazione è sorvegliata da una rete di nodi che ne garantiscono la correttezza e possono mantenerne l’anonimato. La caratteristica fondamentale della blockchain consiste quindi nella condivisione di un dato tra attori che hanno l’autorizzazione ad accedere a quel dato, evitando duplicazioni.
La logistica, con il suo supporto essenziale alle attività di import-export delle nostre imprese, può essere considerata uno dei campi di applicazione elettivi della blockchain.
Ogni attività di trasferimento di beni da un produttore a un compratore (attività core dei logistici) prevede la presenza di numerosi documenti (fatture, ordini, bolle doganali, ecc.) che accompagnano fisicamente la merce, cui spetta il compito di assicurarne veridicità e suo avvenuto passaggio di proprietà dal produttore a chi la acquista. In questa attività di trasferimento sono quindi implicati più attori, compresi l’operatore logistico, la società di autotrasporto o di navigazione, gli uffici doganali e così via. Con la blockchain si ha un notevole smaltimento delle attività burocratiche, in quanto uno stesso documento può essere reso immediatamente disponibile a tutti gli attori della filiera, in maniera immutabile, digitale e sicura.
Uno stesso documento può essere reso immediatamente disponibile
a tutti gli attori della filiera, in maniera immutabile, digitale e sicura
Non si ha a disposizione unicamente un documento in formato digitale, ma tale documento viene messo a disposizione in contemporanea a più soggetti, senza che vi possa essere manomissione durante il processo. Da una digitalizzazione “punto a punto" (come accade attualmente) si passa così a una molteplicità di punti, che automaticamente riconoscono e accettano il documento digitale.
Ma questa tecnologia è sicura? Per hackerarla bisognerebbe influenzare più anelli della catena, in quanto un anello ha solo un pezzo criptato della transazione; per centrare l'obiettivo bisognerebbe attaccare tutti gli anelli.
La logistica, assieme al food, alla moda e al settore manifatturiero, è – come detto - uno degli ambiti elettivi di questa tecnologia. Secondo gli esperti la rivoluzione sarà completa quando blockchain e internet degli oggetti (IoT, internet of things) dialogheranno fra loro, riuscendo a fare piazza pulita di fenomeni quali per esempio la contraffazione dei capi d'abbigliamento o quell'Italian sound che tanto minaccia il cibo made in Italy. Nel concreto IoT traccerà, ad esempio, un capo di abbigliamento e la blockchain garantirà veridicità ed efficienza della parte amministrativa, con quindi un controllo completo della supply chain.
Fin qui qualche spunto di riflessione, ma per un approfondimento rimandiamo a http://bit.ly/2njX6KJ
Di ANNA MORI
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