29/03/2013
“Cambia, tutto cambia", questo slogan sembra contraddistinguere questi tempi non facili per l’economia italiana (ed europea in genere), investendo tutti i settori produttivi, incluso quello della produzione vinicola, che tanta importanza ha per il nostro Paese.
In uno scenario contraddistinto da consumi in
continua e strutturale diminuzione a livello interno e,
all’opposto, da notevole crescita nei Paesi extraeuropei,
le imprese italiane del vino hanno necessità di disporre di strumenti che le aiutino a comprendere tendenze e dinamiche in atto nelle differenti aree di consumo.
I trend sono ormai consolidati: il mercato del vino prodotto nel nostro Paese è come diviso in due, con una continua crescita dell'export e una progressiva contrazione dei consumi interni. Il 2012 ha infatti registrato un ulteriore record delle esportazioni vinicole, con il raggiungimento dei 4,66 miliardi di euro di vini venduti fuori dai confini nazionali (+6,6% rispetto al 2011) per un quantitativo pari a 21 milioni di ettolitri, in calo di quasi il 9% rispetto all’anno precedente, ma che se comparati alla produzione
media dell’ultimo biennio indicano come ormai metà del vino prodotto in Italia venga consumato all’estero. Bisogna tornare al lontano 1995 per registrare come i nostri connazionali si siano "bevuti" 35 milioni di ettolitri di vino, oltre il 60%
dell’intera produzione nazionale.
Anche i paesi di destinazione segnalano una
bipartizione: sempre nel 1995 l’Unione Europea pesava
per il 70% sul valore delle nostre esportazioni vinicole;
oggi supera di poco il 50%. E così il futuro del vino italiano risulta sempre più legato a mercati
lontani. Secondo quanto rilevato da Nomisma, in Italia i produttori di vino che possono vantare
un fatturato superiore ai 50 milioni sono meno di
30: questo risicato drappello di medie e grandi
imprese getisce quasi il 40% dell’export complessivo.
Il rimanente 60% del vino italiano
viene esportato da piccole e medie
imprese, che quasi sempre sono prive
di una forza commerciale e organizzativa
adeguate ad affrontare le sfide dei mercati lontani.
Va rilevato però che neanche le imprese più strutturate riescono
sempre a tenere la posizione in questi contesti:
basti pensare alla Cina, dove a fronte di una crescita
delle importazioni di vini imbottigliati che
in dieci anni sono salite da 9 a 1.376
milioni di dollari, la quota dell’Italia è scesa
dall’8% a poco meno del 6%, a tutto vantaggio dei
vini francesi, cresciuti dal 43% al 53%.
Eppure i consumi di vino nel mondo si muovono dai
mercati tradizionali a quelli emergenti in modo abbastanza
rapido: se nel 2002 i BRIC (Brasile, Russia,
India e Cina) pesavano per appena il 2,2% nelle
importazioni mondiali di vino, tale peso
ha superato il 9%.
Per aiutare i produttori italiani
a capire e quindi affrontare i cambiamenti nel mercato del vino
è stato creato Wine Monitor, che concentra l’apporto scientifico di analisti economici e di mercato, di esperti di
comunicazione, promozione e internazionalizzazione del vino, oltre che alla collaborazione con enti e
istituti (a esempio Symphony IRI, Demetra e Borsa Merci Telematica Italiana) in grado di fornire informazioni di mercato utili alla comprensione delle tendenze in atto.
Attraverso il sito dedicato www.winemonitor.it le imprese del settore potranno così disporre di dati e informazioni
aggiornate su produzioni, scambi commerciali, andamento dei consumi, trend nei prezzi e indicazioni
strategiche sul mercato del vino, oltre a servizi specifici derivanti dal monitoraggio mensile delle
importazioni di vino sui diversi mercati esteri, dal confronto periodico con un panel permanente di intermediari
commerciali internazionali (buyer, importatori, opinion leader), dall’implementazione di indagini
specifiche su consumatori e imprese alla formulazione di previsioni a medio termine sui consumi di
vino nei principali mercati mondiali.
Il lancio di Wine Monitor avverrà prossimo 3 aprile, nell’ambito di un convegno organizzato da
Nomisma e intitolato “Quale futuro per il vino italiano?". Tra i relatori, oltre al presidente di Nomisma Pietro Modiano e agli esperti di Wine Monitor, saranno
presenti Rolando Chiossi del Gruppo Cantine Riunite & CIV, Donatella Cinelli Colombini delle Fattorie
Cinelli Colombini, Emilio Pedron di Tenimenti Angelini, Antonio Rallo di Donnafugata, Gianni Zonin
di Casa Vinicola Zonin nonché il Presidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del
Parlamento Europeo, Paolo De Castro (il programma completo è scaricabile dal sito www.winemonitor.it).
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