09/01/2017

L'operazione BRT - La Poste dimostra che il mercato logistico è attrattivo per gli investitori

La notizia dell’acquisizione di una quota del gruppo BRT da parte di La Poste ha suscitato clamore nel mondo della logistica e non solo. Si tratta infatti del principale player per fatturato nel mercato della logistica in Italia (oltre 1 miliardo di euro), un'azienda italiana che, insieme a SDA (Poste Italiane), “difende" il tricolore in un mercato piuttosto concentrato di corrieri, in cui operano principalmente operatori esteri come DHL, GLS, UPS, Fedex, ecc. Ma questa è soltanto l’ultima di tante operazioni importanti nel settore (e di altrettante voci) del 2016, a cui stanno puntando anche i fondi di investimento. Si pensi all’operazione Atlante Private Equity-Trasporti Romagna, in cui il controllo dell’azienda veneta a conduzione familiare (con un fatturato di oltre 110 milioni di euro) è passato a Imi Fondi Chiusi e alla francese Unigrains, con l’obiettivo di rafforzare dal punto di vista manageriale e far crescere ancora di più questa realtà, sia in modo organico sia con altre operazioni esterne. Oppure all’operazione IGI-Bracchi, in cui il fondo ha comprato il 64% del capitale dell’azienda bergamasca (con un fatturato di oltre 80 milioni di euro) e anche in questo caso l’intento è quello di sostenerne il piano di ulteriore espansione e di crescita, in particolare a livello internazionale. Perché tutte queste acquisizioni? Le principali motivazioni sono tre.

Prima motivazione: il grado di terziarizzazione continua a crescere. È vero che i margini del settore non sono invidiabili (i principali player hanno mediamente un EBITDA/Fatturato intorno al 4%), ma il mercato della logistica conto terzi continua a crescere e si dimostra attrattivo: si parla di 43,5 miliardi di euro di logistica in outsourcing, con un incremento di 4 miliardi negli ultimi 5 anni. Inoltre solo il 40% della logistica è terziarizzata: il mercato potenziale è ancora vasto, basti pensare che il valore totale della logistica in Italia (in-house e outsourcing) è stimato intorno ai 110 miliardi di euro.


Seconda motivazione: un mercato troppo frammentato. Le aziende operanti nella logistica conto terzi sono ben 97.000 e la dimensione media delle aziende è nettamente inferiore rispetto a quella di altri Paesi. Dal punto di vista economico/finanziario è semplice per i grandi gruppi stranieri entrare nel nostro Paese tramite acquisizioni e per le aziende già operanti in Italia effettuare fusioni ed acquisizioni per ampliare la propria quota di mercato.


Terza motivazione: esigenze di committenti e consumatori in rapida evoluzione. L’eCommerce cresce a doppia cifra e porta nuovi attori e modelli nel mondo della logistica; diverse aziende committenti (soprattutto retailer) rivedono le logiche di approvvigionamento dei punti vendita, avvicinando anche il mondo B2b a un modello di logistica “a pezzi"; la distribuzione “Green" nei centri urbani diventa un requisito fondamentale. Queste dinamiche stanno portando diversi operatori logistici a modificare la propria strategia e il proprio portfolio di servizi offerti e, in alcuni casi, il modo più rapido per seguire questi cambiamenti è realizzare acquisizioni/fusioni/partnership con altri attori logistici aventi competenze e asset adeguati.


Di Damiano Frosi

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