09/11/2016

La lepre e la tartaruga pare la corsa tra Rotterdam e l'Italia

Bel convegno ieri a Genova del Propeller di Genova sul ruolo di Genova nello shipping e nella logistica, aggiungo io.
Molti interventi interessanti, in particolare quelli di Augusto Cosulich, grande agente marittimo, Stefano Messina, Alessandro Pitto ..e Gian Enzo Duci, ma contemporaneamente a Milano il porto di Rotterdam presentava alle aziende italiane i propri servizi e le proprie condizioni che, grazie alla entrata in funzione del nuovo traforo del Gottardo prevista per dicembre, potrà offrire ancora più efficacemente con il rischio che i containers destinati alla Pianura Padana, che già oggi preferiscono arrivare ai porti di Rotterdam e Anversa, aumentino ancora sottraendo al nostro Paese altre tasse portuali, altra Iva e altro lavoro logistico.

Stimo che il nostro Paese perda in questo modo dai 3 ai 4 miliardi di euro oltre ad avere perso importanti aziende acquisite dai grandi gruppi logistici mondiali. E lo shopping non è terminato.

Mentre il presidente di Federagenti Duci evocava la sindrome di Vienna (che nel 1913 era capitale di un impero mentre nel 1918 rimaneva capitale, ma di un piccolo Stato) a me veniva in mente Esopo con la sua favola "la lepre e la tartaruga", con Rotterdam a fare da lepre e la logistica italiana a fare da tartaruga.

A Genova si faceva l'elenco delle eccellenze indubbie del porto più importante del nostro Paese dimenticando però che se il porto non viene sbloccato in alcuni suoi nodi (carenza infrastrutture, rinnovo concessioni, collegamenti ferroviari) continuerà ad essere un porto importante ma utilizzato solo al 60% delle sue potenzialità. A Milano quelli di Rotterdam a fare i primi della classe.

Occorre rendersi conto che nella economia globale la velocità delle scelte e delle decisioni è una esigenza vitale.

L'Italia, insieme alla Grecia e a Cipro, non lo ha ancora capito e negli ultimi anni ha perso da un lato un quarto del suo manifatturiero e dall'altro lato non ha recuperato un metro nella sua grande GAP infrastrutturale e logistico con gli altri Paesi europei.

Eppure la economia mondiale e il commercio internazionale sono il più grande motore di sviluppo contemporaneo. Ma il commercio e gli scambi commerciali viaggiano sulle infrastrutture di trasporto con la logistica. L'Italia con i suoi porti e la sua lunga tradizione nello shipping se fosse meno litigiosa potrebbe fare molto di più.

Se si riducesse solo della metà la inefficienza logistica del nostro Paese oggi, a parità di condizioni, potremmo crescere di almeno 1 punto di PIL in più con conseguenze positive importanti per la nostra economia e il nostro lavoro. Occorre però che nel mondo dei trasporti e della logistica ritorni lo spirito di squadra e si innovino sempre di più i servizi che si offrono al mercato, l'unico modo per uscire dalla lunga fase di decrescita e stagnazione.

Abbiamo visto che dopo cinque anni di riforme vere o presunte il Paese non riesce a crescere neanche come la media europea.

Un occhio in più, da parte della politica e della informazione, alla importanza delle reti di trasporto, della logistica e alla economia del mare ci farebbe molto bene.


Mino Giachino
Presidente di Saimare SPA


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