13/04/2015
Interporto Cento Ingrosso di Pordenone si è riposizionato nello scacchiere regionale e nazionale ed è ora un punto di riferimento per la logistica in Friuli Venezia Giulia. Ma è necessario che questo polo faccia da traino alla piattaforma-regione che comprende e valorizza gli altri punti della rete, approfittando anche dei fondi che l’Europa sta mettendo a disposizione del nostro territorio. E' quanto è emerso nel convegno organizzato da Lions Club di Sesto al Reghena e svoltosi a Zoppola (Pordenone) sul tema della logistica quale motore dell’economia.
Un argomento, quello del ruolo della logistica, che ha visto confrontarsi esperti del settore quali l’ex rettore dell’università di Trieste Giacomo Borruso, il professor Rocco Giordano, docente di economia dei trasporti all’Università di Salerno e uno degli estensori del piano nazionale della logistica, nonché il presidente di Rete autostrade del Mare Toni Cancian e Paolo di Roma, già direttore generale dell’Agenzia delle dogane.
A tirare le fila del convegno è stato il vicepresidente della Regione Sergio Bolzonello, il quale ha rivolto un forte monito a chi ora, in questo settore, si trova difficoltà.
L’esponente dell’esecutivo Serracchiani ha chiesto a tutti di fare squadra per superare dannose concorrenze e ha spinto il piede sull’acceleratore affinchè si segua la scia di chi – come l’Interporto di Pordenone – sta correndo alla ricerca di nuovi mercati di sbocco siglando accordi commerciali con altre realtà internazionali. “Dobbiamo superare le logiche puntuali – ha detto Bolzonello – e valorizzare in modo aggregato tutte le realtà esistenti in regione. Pordenone in questo momento sta ampliando il proprio raggio di azione sia con la ferrovia sia con l’apertura a est verso l’area balcanica. Uno sprone, questo, che deve servire ad esempio per gli operatori della logistica del Friuli Venezia Giulia e che pungoli le singole realtà del nostro territorio evitando competizioni che porterebbero ad un indebolimento del sistema". Bolzonello ha inoltre ricordato che l’Europa ora sta mettendo a disposizione del settore notevoli quantità di risorse, “un’opportunità che dobbiamo cogliere al volo per guidare il cambiamento della nostra regione. L’operazione va portata avanti con il contributo di enti e associazioni che vogliono condividere questo percorso di crescita".
Dopo l’introduzione del presidente di Interporto Giuseppe Bortolussi, sul futuro economico della regione e dell’area pordenonese si sono soffermati i docenti Giacomo Borruso e Rocco Giordano. Prendendo spunto dai un recente studio dell’Istituto Tagliacarne che vede il Friuli Occidentale al primo posto in regione per il benessere collettivo, Borruso ha detto che ci sono le condizioni per il rilancio della provincia, tenendo conto anche della positiva situazione congiunturale nazionale. “Un passo in questa direzione l’ha già compiuto Interpoto Centro Ingrosso – ha detto - con l’avvio dello scalo merci ferroviario che aumenterà le opportunità di business per il pordenonese. A ciò si associa il collegamento con l’ex Jugoslavia grazie al corridoio Italia-Serbia che rafforza gli interscambi tra la regione e quest’area dell’est Europa". L’opportunità è stata ben colta dagli autotrasportatori che non vedono nella Serbia una minaccia.
Nel corso del dibattito al quale hanno partecipato, Finest, Ascom e l’associazione degli autotrasportatori Anita, il presidente di quest’ultimo sodalizio ha spiegato come la ferrovia di Interporto da una parte e la Serbia dall’altra rappresentano un’occasione per aumentare il lavoro a Pordenone. “A noi – ha detto Castelletti – spetterebbe la consegna dell’ultimo miglio e inoltre la raccolta del materiale da consegnare ai colleghi serbi per riempire i loro camion una volta che ripartono verso l’ex Jugoslavia". Per il presidente di Finest Mauro Del Savio “con l'export come principale fattore di traino nel rilancio dell'economia, disporre di un'efficiente intermodalità diventa elemento imprescindibile per sostenere l'internazionalizzazione delle nostre imprese. Una piattaforma logistica integrata come quella di Pordenone diventa un asset importantissimo per la competitività della Regione, rendendola all'avanguardia nell'attrazione degli investimenti e creare valore."
Sulla vocazione all’export del Friuli Venezia Giulia si è soffermato Rocco Giordano. Prendendo spunto da una slide che faceva riferimento ai dati dell’Istituto S. Paolo di Torino, il docente ha fotografato la situazione della nostra regione, bloccata in mezzo al guado. “Il Friuli Venezia Giulia – ha detto Giordano – seppur si trovi in una condizione positiva rispetto a molte altre regioni d’Italia, ha bisogno di compiere un ulteriore salto in avanti per superare una posizione di equilibrio e posizionarsi tra le eccellenze insieme a Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. Questo riposizionamento strategico può avvenire aggredendo mercati quali quello dei Balcani e del’Asia che al momento valgono il 10 e il 15 per cento dell’export regionale".
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