31/05/2013
Negli anni più recenti l’e-commerce ha dato vita ad un importante processo di cannibalizzazione che ha fortemente contratto i tradizionali canali di vendita (bricks-and-mortar retailer); l’e-commerce è, infatti, attualmente, la modalità di acquisto che registra i maggiori tassi di crescita che rimarranno tali anche per i prossimi anni. A livello europeo le stime attribuiscono al 2015, oltre 200 milioni di acquirenti on line, 20% in più rispetto al 2011, anno che ha registrato un giro d’affari legato al commercio elettronico pari a 200 miliardi di € , di cui circa 19 miliardi di € generato da acquirenti italiani.
In Italia i settori merceologici per i quali si predilige l’acquisto on line sono, in ordine di spesa: Tempo Libero 56,9%, Turismo 24,8%, Assicurazioni 5,9%, Elettronica di Consumo 5,3%, Editoria 2,3%, Centri Commerciali on line 1,8%, Alimentari 1,2%, Moda 1,1%, Casa e arredamento 0,3%, Salute e bellezza 0,2% .
Questo scenario previsionale, relativo evidentemente alle transazioni dei soli beni materiali, comporterà, da un lato, il ridisegno delle catene distributive, dall’altro un adeguamento dell’offerta logistica in termini di sistemi e spazi (layout dei magazzini) distributivi che dovranno essere ripensati in risposta all’e-business che vede la logistica (velocità ed efficienza del servizio di consegna) come uno dei principali driver delle operazioni on line (insieme al risparmio economico e alla comodità del servizio) oltre che un fattore di competitività per il successo delle aziende operanti nel settore.
E-logistics supply chain
La caratterizzazione delle catene distributive sarà fortemente condizionata dal modello B2C su cui poggia l’e-commerce che comporterà da un lato un processo di razionalizzazione delle catene logistiche distributive con la scomparsa di attori/nodi intermedi fino ad arrivare, nei casi più estremi, al coinvolgimento di soli due elementi: produttore e consumatore; dall’altro ad un più complesso processo distributivo a fronte di più numerosi e vari ordinativi anche di piccola consistenza world wide, processo che si complica ulteriormente con l’attivazione dei meccanismi inversi della logistica dei resi. E’ poi ovvio che il flusso materiale dei beni si accompagnerà, in perfetta sincronia, con il flusso immateriale delle informazioni dalla preparazione dell’ordine, alla fase di trasporto/distribuzione fino alla consegna finale. La labilità competitiva delle aziende operanti nell’e-commerce e quindi la relativa ansia da prestazione è fortemente condizionata dalle tipicità del cliente on line che presenta una serie di caratteristiche quali un minor grado di fedeltà dovuto alla possibilità di poter reperire velocemente in internet più offerte per gli stessi prodotti a prezzi più bassi; un minore pazienza e maggiore aspettativa per il sol fatto di aver pagato in anticipo un bene che si augurano di ricevere nel più breve tempo possibile; un minore flessibilità e accondiscendenza; un livello di fiducia fortemente condizionato dall’esito soddisfacente dell’operazione, in grado di decretare il successo e/o il fallimento di un www......., con un semplice click.
E-commerce warehouses
Le tipicità del cliente internauta condizionano anche l’organizzazione e i layout degli spazi distributivi (magazzini) → more power to the customer, lì dove un ordine e-commerce deve avere la priorità assoluta rispetto ad altri ordini nel sistema di gestione → delivered first and error-free, soprattutto quando all’interno di un’unica struttura si conducono processi logistici relativi e al commercio tradizionale e al commercio elettronico. Quando il mercato che si serve in rete assume dimensioni importanti, si può optare per un impianto dedicato solo ed esclusivamente alla modalità e-commerce (per esempio Amazon, Zalando) provvisto di una serie di caratteristiche quali l’opzione dell’espandibilità per sostenere una rapida crescita sia dei volumi che dello stock; un numero di bocche di carico sufficienti per garantire una rapida movimentazione delle merci soprattutto in uscita; più profondità che altezza per consentire di stoccare più prodotti anche di natura diversa e un accesso manuale più immediato ad altezza uomo; sufficienti spazi calpestabili per consentire il facile movimento delle apparecchiature di smistamento o di altri congegni elettronici o meccanici; sistemi automatici per il pick up dei prodotti e lo smistamento degli stessi anche nelle ore non lavorative; sistemi per lo stoccaggio veloce di piccole quantità di prodotti in scatole; sistemi veloci per l’imballaggio degli ordini.
Il ruolo degli interporti
Le previsioni di crescita dell’e-business, le implicazioni che lo stesso comporta e la dimensione del mercato interessato, hanno portato, negli anni più recenti, alla prolificazione dei cosiddetti e-fulfillment centres, particolarmente diffusi nel Regno Unito e negli USA, o meglio di magazzini o di aree con all’interno localizzati magazzini i cui operatori gestiscono tutte le operazioni fisiche (logistica e distribuzione, gestione delle scorte) e amministrative degli ordini on line. Il successo di simili realtà dipende dal grado di efficienza e di efficacia con cui si riescono a gestire in modo sincronico, integrato e flessibile tanti ordini, di diversa natura, di diverso quantitativo, con destinazioni differenti. Gli interporti ben si prestano ad ospitare impianti di questo genere per una serie di fattori che li caratterizzato e che li configurano addirittura come sedi ottimali, in particolare offrono grandi spazi con possibilità di costruire in orizzontale; presenza in loco di operatori logistici e del trasporto con cui attivare dinamiche collaborative; supporti tecnologici adeguati (fibra ottica); vicinanza agli aeroporti (per le spedizioni sulla lunghe distanze) e possibilità di usufruire di varie modalità di trasporto; vicinanze alla rete viaria e ferroviaria; vicinanza ai bacini di destinazione. Sono tutte facilities di cui la gran parte degli interporti già dispone e che li pongono sul mercato come immediatamente disponibili per realizzazioni di questo genere.
E-logistics supply chain
La caratterizzazione delle catene distributive sarà fortemente condizionata dal modello B2C su cui poggia l’e-commerce che comporterà da un lato un processo di razionalizzazione delle catene logistiche distributive con la scomparsa di attori/nodi intermedi fino ad arrivare, nei casi più estremi, al coinvolgimento di soli due elementi: produttore e consumatore; dall’altro ad un più complesso processo distributivo a fronte di più numerosi e vari ordinativi anche di piccola consistenza world wide, processo che si complica ulteriormente con l’attivazione dei meccanismi inversi della logistica dei resi. E’ poi ovvio che il flusso materiale dei beni si accompagnerà, in perfetta sincronia, con il flusso immateriale delle informazioni dalla preparazione dell’ordine, alla fase di trasporto/distribuzione fino alla consegna finale. La labilità competitiva delle aziende operanti nell’e-commerce e quindi la relativa ansia da prestazione è fortemente condizionata dalle tipicità del cliente on line che presenta una serie di caratteristiche quali un minor grado di fedeltà dovuto alla possibilità di poter reperire velocemente in internet più offerte per gli stessi prodotti a prezzi più bassi; un minore pazienza e maggiore aspettativa per il sol fatto di aver pagato in anticipo un bene che si augurano di ricevere nel più breve tempo possibile; un minore flessibilità e accondiscendenza; un livello di fiducia fortemente condizionato dall’esito soddisfacente dell’operazione, in grado di decretare il successo e/o il fallimento di un www......., con un semplice click.
E-commerce warehouses
Le tipicità del cliente internauta condizionano anche l’organizzazione e i layout degli spazi distributivi (magazzini) → more power to the customer, lì dove un ordine e-commerce deve avere la priorità assoluta rispetto ad altri ordini nel sistema di gestione → delivered first and error-free, soprattutto quando all’interno di un’unica struttura si conducono processi logistici relativi e al commercio tradizionale e al commercio elettronico. Quando il mercato che si serve in rete assume dimensioni importanti, si può optare per un impianto dedicato solo ed esclusivamente alla modalità e-commerce (per esempio Amazon, Zalando) provvisto di una serie di caratteristiche quali l’opzione dell’espandibilità per sostenere una rapida crescita sia dei volumi che dello stock; un numero di bocche di carico sufficienti per garantire una rapida movimentazione delle merci soprattutto in uscita; più profondità che altezza per consentire di stoccare più prodotti anche di natura diversa e un accesso manuale più immediato ad altezza uomo; sufficienti spazi calpestabili per consentire il facile movimento delle apparecchiature di smistamento o di altri congegni elettronici o meccanici; sistemi automatici per il pick up dei prodotti e lo smistamento degli stessi anche nelle ore non lavorative; sistemi per lo stoccaggio veloce di piccole quantità di prodotti in scatole; sistemi veloci per l’imballaggio degli ordini.
Il ruolo degli interporti
Le previsioni di crescita dell’e-business, le implicazioni che lo stesso comporta e la dimensione del mercato interessato, hanno portato, negli anni più recenti, alla prolificazione dei cosiddetti e-fulfillment centres, particolarmente diffusi nel Regno Unito e negli USA, o meglio di magazzini o di aree con all’interno localizzati magazzini i cui operatori gestiscono tutte le operazioni fisiche (logistica e distribuzione, gestione delle scorte) e amministrative degli ordini on line. Il successo di simili realtà dipende dal grado di efficienza e di efficacia con cui si riescono a gestire in modo sincronico, integrato e flessibile tanti ordini, di diversa natura, di diverso quantitativo, con destinazioni differenti. Gli interporti ben si prestano ad ospitare impianti di questo genere per una serie di fattori che li caratterizzato e che li configurano addirittura come sedi ottimali, in particolare offrono grandi spazi con possibilità di costruire in orizzontale; presenza in loco di operatori logistici e del trasporto con cui attivare dinamiche collaborative; supporti tecnologici adeguati (fibra ottica); vicinanza agli aeroporti (per le spedizioni sulla lunghe distanze) e possibilità di usufruire di varie modalità di trasporto; vicinanze alla rete viaria e ferroviaria; vicinanza ai bacini di destinazione. Sono tutte facilities di cui la gran parte degli interporti già dispone e che li pongono sul mercato come immediatamente disponibili per realizzazioni di questo genere.
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