23/10/2012

”La Logistica per lo sviluppo e la crescita dell'Italia”, 26 ottobre a Roma

Un danno per l'economia italiana quantificato in 5 miliardi di euro e l'utilizzo preponderante da parte degli operatori italiani nel traffico merci da e per Americhe e Oriente dei porti del nord europa (il Politecnico di Torino ha calcolato che il 99,5% dell'export e il 65% dell'import piemontese utilizza i porti del Northern Range) sono le più evidenti conseguenze dell' inefficienza complessiva del sistema della logistica legata ai porti italiani. La Fondazione Bruno Buozzi, che da sempre si occupa di temi legati all'efficienza della macchina pubblica italiana con particolare attenzione alle questioni fiscali, organizza il Convegno "La Logistica per lo sviluppo e la crescita dell'Italia", in programma a Roma - Sala Parlamentino INAIL via IV Novembre - il prossimo 26 ottobre, con l'obiettivo di affrontare la questione e provare a individuare le soluzioni praticabili. L'utilizzo preponderante dei porti Northern Range avviene nonostante i 4 - 5 giorni di navigazione in più e i costi aggiuntivi per i trasferimenti via strada e/o ferro. E' chiaro, allora, che non basta la posizione geografica del nostro Paese e, tanto meno, bastano le scelte dell'UE con ben 4 corridoi, dei 10 previsti, che attraversano e si incrociano in Italia, a garantirci la possibilità di un efficace recupero. Per superare l'attuale gap si deve contare sullo sviluppo della portualità e dell'intermodalità in un sistema integrato (ferro, gomma, acqua, aria) che privilegi la diversificazione per direttrici di traffico e di specializzazione merceologica. Bisogna risolvere questioni infrastrutturali (adeguamento dei fondali, lunghezza delle banchine, sistemazione della rete ferroviaria e stradale), organizzative (allineandosi ai tempi di sdoganamento del Northern Range senza sacrificare il livello dei controlli doganali), di dimensionamento delle aziende della logistica e di rete per poter supplire alle limitazioni della conformazione orografica. Nel corso del convegno vogliamo verificare, anche alla luce del piano nazionale della logistica 2012/2020, la possibilità di risolvere celermente le questioni che riguardano: l'adeguamento dell'mpianto normativo; lo sviluppo dello sportello unico doganale e della retroportualità; il dimensionamento e l'integrazione delle società; l'organizzazione del lavoro e le fasce orarie di operatività; il completamento dell'integrazione dei sistemi doganali informatici dei 27 Stati membri.

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