Una grande piattaforma con due direttrici e un unico obiettivo: guidare le aziende italiane verso la rivoluzione “green". Ecomondo e Key Energy (alla Fiera di Rimini dall’8 all’11 novembre) tagliano il nastro delle venti edizioni, sviluppando la propria offerta secondo due capisaldi: climate change ed economia circolare. In tutto il quartiere fieristico un unico denominatore comune, quello della circular economy, un sistema che promuove il paradigma economico connesso alla rigenerazione, in sostituzione del concetto di fine vita, tramite l’utilizzo di energie rinnovabili.
Prevista anche una grande mostra sull’evoluzione del sistema green
Vent’anni di fiera, vent’anni di sostenibilità. Una mostra, la prima in Europa, allestita nella hall all’ingresso sud, sotto la grande cupola, mostrerà l’evoluzione del sistema green. “ExNovoMaterials in the Circular economy" rappresenterà la svolta in corso, quella che sta cambiando il modo di utilizzare la materia nel mondo industriale. Si vedranno materiali che fino a ieri erano soltanto rifiuti assumere nuove caratteristiche
Le nuove sezioni dell’edizione 2016 di Ecomondo
Reduce dall’edizione record del 2015 (103.514 operatori, 11.000 esteri, 500 buyer da tutto il mondo) la macchina organizzativa continua a produrre novità: in questa edizione spiccheranno le nuove sezioni Material Handling, Lifting Solutions & Logistics e Monitoring & Control e un percorso di esperienze diffuse sull’economia circolare; inoltre, focus sull’efficienza energetica in termini industriali con White Evolution e soluzioni applicative urbane all’interno dell’area Città Sostenibile, che diverrà una sorta di hub dove saranno tangibili i percorsi avviati sotto i vari profili dell’efficienza, da quella energetica a quella in edilizia. L’offerta convegnistica è da sempre uno degli snodi caratterizzanti l’evento riminese. Riconfermato, nelle prime due giornate di fiera, l’appuntamento con gli Stati Generali della Green Economy.
Un driver “verde"
per la ripresa
La green economy potrebbe essere un driver fondamentale per una ripresa
solida dello sviluppo in Italia. Questa economia "verde" italiana
esprime, infatti, eccellenze a livello europeo che, se adeguatamente promosse
ed estese, potrebbero trascinare investimenti e nuova occupazione. Analizzando
8 tematiche strategiche (emissioni di gas serra, rinnovabili, efficienza
energetica, riciclo dei rifiuti, eco-innovazione, agroalimentare di qualità
ecologica, capitale naturale e mobilità sostenibile) con 16 indicatori chiave e
mettendo a confronto l’Italia con le altre 4 principali economie europee
(Germania, Regno Unito, Francia e Spagna), emerge che la green economy italiana - anche se non priva di debolezze - nel
complesso si colloca ad un sorprendente 1° posto. Questa l’analisi della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile,
basata su dati validati a livello europeo, contenuta nella prima parte della
relazione sullo stato della green economy 2016 – L’Italia in Europa e nel mondo
che aprirà gli Stati Generali della Green Economy 2016.
L'economia verde
italiana best in class in Europa...
Le grandi potenzialità della green economy italiana e la sua bassa
percezione internazionale sono i temi posti al centro della 5° edizione degli
Stati Generali della Green Economy, che si svolgono a Rimini l’8 e il 9
novembre nell’ambito di Eco-mondo, organizzati dal Consiglio Nazionale della
Green Economy, composto da 64 associazioni di imprese green, in collaborazione
con i ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico e con il supporto
della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile. La green economy italiana conquista in questa classifica fra le cinque
principali economie europee ben 4 primi posti (nella quota di rinnovabili, nel
riciclo dei rifiuti speciali, nelle emissioni pro-capite nei trasporti e nei
prodotti agroalimentari di qualità certificata) e ben 3 secondi posti
(efficienza energetica, nella produttività delle risorse e nell’agricoltura
biologica). Nonostante alcuni punti deboli (l’aumento delle emissioni di
gas serra nell’ultimo anno, la bassa crescita delle rinnovabili negli ultimi
tre anni e nell’elevato consumo di suolo) complessivamente la green economy
italiana realizza la migliore performance complessiva fra le 5 principali
economie europee, evidenziando così rilevanti possibilità di sviluppo.
... ma la sua
percezione nel mondo è a un livello basso
La seconda parte della relazione di apertura degli Stati generali
2016 pone l’accento su un altro tema centrale: la percezione della green
economy italiana a livello internazionale, analizzata con una valutazione
comparata tra 80 Paesi nel mondo, realizzato dal centro di ricerca "Dual
Citizen" di Washington DC. In questa graduatoria basata sulla percezione
internazionale, l’Italia crolla al 29° posto su 80: è l’unico grande Paese
europeo che ha una percezione di gran lunga peggiore delle sue performance (al
contrario delle Germania che ha invece una percezione green superiore alle sue
performance).
Il programma degli
Stati Generali della Green Economy 2016
La due giorni si aprirà l'8 novembre, nel corso della sessione mattutina
di apertura, e i lavori proseguiranno poi nel pomeriggio nel corso di 5
sessioni parallele di approfondimento. La mattina del 9 novembre si terrà,
infine, la sessione conclusiva dedicata al tema "Le città: driver della
green economy", preceduta dalla presentazione delle policy recommendation
del Consiglio Nazionale della Green Economy.
Per maggiori informazioni sugli Stati Generali
della Green Economy: www.statigenerali.org
Su twitter: @statigreen - hashtag: #statigreen16 / facebook: Un Green New Deal per l'Italia