Seconda missione impreditoriale in Cina per lo sviluppatore italiano World Capital, che ha programmato la partecipazione alle prossime fiere dell'immobiliare di lusso in programma dal 24 al 26 marzo a Wenzhou e dal 5 all’ 8 aprile a Pechino. Allo stesso tempo sono stati fissati incontri con investitori e istituzioni cinesi a Shanghai dal 27 al 31 marzo e a Pechino dal 1 al 4 aprile. L'iniziativa si inserisce in un più ampio progetto di sviluppo finalizzato alla raccolta di capitali esteri da veicolare sul mercato italiano iniziato, per quanto riguarda il mercato cinese con la partecipazione, nel novembre 2011, alla fiera China’s Leading International Property Show a Pechino. Evento che ha permesso a World Capital di presentare immobili per un valore di 150 milioni di euro a varie delegazioni di investitori cinesi con i quali si sono consolidati rapporti di collaborazione stabili. “Il nostro scopo - sostiene Viola Zheng, responsabile del China sales department della società milanese - è di dirottare in Italia importanti investitori cinesi soprattutto in considerazione del fatto che, nella prima metà del 2011, a causa dell’arresto del mercato immobiliare cinese e l’inizio del riallineamento dei prezzi, le 16 più grandi società costruttrici cinesi hanno fatturato 200 milioni di euro in meno rispetto al 2010. Questo ha indotto i gruppi immobiliari ad abbassare i prezzi che a Shanghai arrivano addirittura al – 20% mentre a Pechino, specialmente nelle periferie, al -10%. Percentuali di ribasso che secondo le previsioni si estenderanno a tutto il territorio cinese. Inoltre un'analisi, pubblicata il 18 febbraio dall’Ufficio Nazionale di Statistica cinese, ha addirittura evidenziato un arresto della salita dei prezzi sia nel residenziale che nel commerciale in ben 70 città". “A fronte di ciò – afferma Marco Clerici, marketing and sales managment della società - World Capital, di recente affiliata alla camera di commercio italo cinese, si propone quale consolidato ed efficiente veicolo per dirottare in Italia i capitali degli investitori cinesi, sempre meno interessati al mercato asiatico dopo questa perdita di appeal".