02/07/2013

Geodis Wilson Italia in controtendenza

La crisi economica internazionale, esplosa nel 2008, estende le sue propaggini verso l’indotto di ogni settore merceologico, produttivo ed industriale. Il 2012 infatti ha assistito a una forte contrazione dei consumi e quindi dei relativi trasporti, anche se Geodis Wilson Italia è riuscita a performare, nel complesso delle sue attività, meglio del mercato di riferimento nel freight forwarding, sia nell’export che nell’import. Con 230 persone e oltre 6.500 clienti nel nostro Paese, la divisione italiana di Geodis Wilson, ha realizzato nel 2012 un fatturato complessivo pari a 185 milioni di euro, con un incremento del 15% rispetto all’anno precedente.

Spedizioni internazionali overseas via mare, così il mercato italiano

In Italia il settore delle spedizioni internazionali overseas via mare nel primo trimestre del 2013 ha subìto una riduzione del 20% medio, rispetto allo stesso periodo del 2012. Nello specifico, nell’import dall’Asia, la contrazione del primo trimestre 2013 su primo trimestre 2012 si attesta al 28,80%, dovuta al calo costante della circolazione di prodotti di consumo. Nel 2010 infatti si sono importati dall’Asia 1.081.000 di teu, nel 2011 1.048.000, nel 2012 857.200. Se il trend dell’import dai paesi asiatici, per tutto il 2013, dovesse continuare in base a tali parametri, a fine anno il nostro Paese si troverebbe a movimentare (sempre dall’Asia) 240.000 teu in meno, per un totale di 620.000 teu. L’export in generale, nel 2012, invece ha sostanzialmente tenuto lo stesso andamento, con lieve incremento medio dell’1% di teu rispetto al 2011, pari 1.500.000 di teu spediti in tutto il mondo, escluso il continente africano. Andando più nel dettaglio, il primo trimestre del 2013, rispetto a quello del 2012, ha registrato un picco del 6% di aumento delle esportazioni verso gli Stati Uniti (nel 2011 erano 289.000 teu e nel 2012 309.000 teu), mentre, sempre nello stesso periodo, le esportazioni verso il Sud America (Brasile, Argentina, Uruguay) sono aumentate del 4% (nel 2011 erano 825.000 e nel 2012 855.000 teu), e del 7% verso il Messico. Il “Made in Italy" continua ad essere un “brand – ombrello" che spinge i prodotti italiani ad alto valore, verso molti mercati. Il mercato dei trasporti internazionali overseas via mare in Italia 2012 in import/export ha un valore pari a 2.500.000 di teu complessivi – escluso il continente africano, di cui l’azienda detiene una quota di mercato pari quasi al 2%, che corrisponde all’incirca a 50.000 teu. E’ importante sottolineare come una forte polverizzazione caratterizzi questo mercato in duplice modo: da un lato, l’estrema parcellizzazione delle aziende, che hanno all’interno della stessa legal entity tutti i comparti (trasporti industriali, logistica, contract logistic, trasporto road), rende poco precise le stime del valore economico complessivo del settore; dall’altra l’articolazione della mappatura geografica dei porti italiani rimanda una fotografia estremamente frammentata.

Il sistema portuale italiano
Nel nostro Paese sono attivi 16 porti dove le compagnie offrono servizi di trasporto container per l’importazione e l’esportazione di prodotti finiti. Una situazione di grande parcellizzazione che non giova affatto al mercato stesso il quale, sempre teso verso l’ottimizzazione di costi e tempi, trova la soluzione nei vicini porti egiziani, marocchini, spagnoli. La situazione italiana è differente da quella degli altri paesi della Comunità Europea, nei quali il sistema portuale è organizzato per hub con diffusione intermodale delle merci. La crisi economica penalizza attualmente i porti del sud per varie ragioni: i lavori di ammodernamento strutturale, la gestione politica incoerente o le dinamiche sindacali relative al costo del lavoro, Ad esempio, porti come Gioia Tauro perdono volumi di attività a favore di quelli dell’Est - Europa e del Nord - Africa, proprio per la qualità superiore delle loro infrastrutture. Ma anche se i porti del nord Italia reggono meglio l’urto della crisi, il bilancio complessivo della situazione rimane negativo: i porti italiani perdono competitività soprattutto al sud in termini di transhipment, ovvero punti nei quali i container vengono sbarcati dalle navi oceaniche e caricate in navi più piccole per i porti di destinazione finale per l’Est e Ovest del Mediterraneo.

La situazione dei noli
Non appare migliore: preoccupa infatti i player del freight forwarding italiano. Le compagnie di navigazione infatti lamentano volumi in diminuzione, causa dell’eccesso di capacità di trasporto. Tale situazione è in parte determinata dalla riduzione dei volumi in circolazione, ma è anche eredità della fase precedente di crescita a doppia cifra delle importazioni dal Far - East e Cina. A queste, ha corrisposto un aumento degli ordini ai cantieri navali di unità nuove e sempre più grandi (dai precedenti 3000 teu agli attuali 13.000) il cui varo però ha incrociato la successiva ondata di volumi calanti. L’accresciuta capacità di stiva – attualmente le navi sono cariche al 70% - deprime il valore dei noli che le compagnie cercano di alzare per un periodo, salvo poi essere costrette ad abbassarlo, contribuendo a rafforzare una situazione di incertezza del mercato.

Un player di primo piano
Geodis Wilson Italia ha completamente assorbito al proprio interno l’attuale dinamica di cambiamento strutturale, attraverso il dislocamento delle operations in altri porti. La performance aziendale segue il trend del mercato di riferimento: una contrazione dei volumi del 18-20% dell’import (moda, accessori, valigeria, giocattoli, componentistica per l’assemblaggio) e una sostanziale tenuta dell’export rispetto al 2012. I maggiori clienti di Geodis Wilson Italia per il trasporto internazionale overseas via mare sono i settori del mobile e dei giocattoli. Per il settore dell’automotive, che nel 2013 accusa un calo del 30%, l’azienda cura anche tutto l’assessment doganale. “Questo settore - commenta Emanuele Binaghi, direttore generaledi Geodis Wilson Italia – è attualmente in piena turbolenza. L’azienda sta rispondendo mettendo a disposizione dei nostri clienti in Italia e all’estero piattaforme diffuse che offrono articolati servizi logistici. Quindi non solo spedizioni, ma un reale network logistico internazionale con standard di servizio elevati, omogenei in qualsiasi parte del mondo. Facciamo tutto questo affinché il nostro operato non sia percepito solo come costo di trasporto, quanto un reale incremento di valore dei prodotti affidati".
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